Cittadini silenziosi nascosti dentro i cortili dei comuni edifici, all’interno del tessuto urbano delle nostre città. Non sono piantati per utilità, ma per la loro bellezza. Un patrimonio che o si ha o lo si deve costruire in anni o decine d’anni. Ma si può sempre iniziare.
Entrano in competizione non con i propri simili (o non solo), ma con pareti, tetti, asfalto, tubazioni. Diventano esageratamente alti e magri, assumono forme che sui libri non si vedono.
La scoperta del patrimonio arboreo nascosto all’interno dei cortili nei condomini costituisce lo scopo di questo progetto specialcitizens.net, ideato da Andrea Paolini. Anticipato da una mappatura attraverso le mappe satellitari consultabili in rete e da una verifica de visu sul campo, è ora passato al coinvolgimento degli abitanti per la raccolta delle loro fotografie e delle loro storie (sul sito è possibile creare sia blog che forum sui propri cortili).
L’albero ha un essenziale valore ecologico, porta in città fauna e altri vegetali che altrimenti non esisterebbero, i quali si insediano al suo interno e nelle sue immediate vicinanze: della fauna, accanto all’entomofauna, l’avifauna e i micro-mammiferi, fa parte anche l’uomo, con le proprie storie. Storie non solo di alberi, ma di persone e comunità che vivono accanto a loro, perché gli alberi fanno parte della nostra vita, dei nostri ricordi, del nostro paesaggio interiore. Questo progetto può anche essere un valido strumento per la salvaguardia degli alberi e la conservazione della memoria di quel microcosmo, inclusi auspicabili momenti capaci di catalizzare l’inespresso desiderio di socializzazione, come per esempio la raccolta condivisa nel caso vi siano alberi da frutto.
Esistono censimenti, da parte dei Comuni, che chiamano i cittadini a segnalare alberi monumentali o di pregio, anche privati. Ma un albero di pregio deve avere come requisito minimo quello della possanza. Il “censimento” che soggiace al presente progetto può anche servire a completare i censimenti citati, ma non si limita a questo: sono accolti, con grande piacere, alberi striminziti, comuni, legati a piccoli eventi o ricordi personali o della comunità, alberi sacrificati che lottano, importanti come simboli di resistenza e di coesistenza.
Un viaggio tutto da scoprire, non solo dal punto di vista umano, ma anche botanico, perché senza criteri uniformi prestabiliti, di produttività, paesaggistici, ecc., ci si sorprende nello scoprire unicità e comunanze nelle specie arboree messe a dimora o fatte crescere direttamente da seme, o nello constatare l’assenza di tecniche artificiali per la stimolazione della fruttificazione (buona notizia per gli impollinatori, per chi ne mangia, oltre che per l’ecosistema).
Il progetto, nato a Torino, è aperto alla sua diffusione in qualsiasi città italiana o non italiana. Ci si augura che il censimento inciti anche alla competizione tra condominio e condominio, tra quartiere e quartiere, tra città e città, fino all’esposizione, con orgoglio, fuori dal proprio portone, di un cartello segnalatore del patrimonio lì conservato, e all’apertura dei cortili a comitive e a privati cittadini per una visita, all’insegna della discrezione, pronta all’ascolto, e alla sorpresa.